Lo scorso anno sono andata coi miei amici a fare la serenata a una ragazza, in una piccola corte di casette povere e oneste e sotto i piedi una cripta di monaci basiliani con pitture sacre che rivestono ancora, seppure parzialmente, tutti i muri.
In tre suonavamo mentre nel suo pigiamino rosa una ragazza ballava nella ronda.
Danilo il folletto_giocoliere_dallo_sguardo_sorridente_e_triste ci circondava di bolle di sapone volteggiando tra di noi come una libellula. Una vecchietta molto vecchietta, che ho rivisto ieri sera, ci osservava con amore triste dalla sua soglia. Patrizia suonava le mie nacchere…
Ieri, tre giovani francesi emanavano uno strano miscuglio sensoriale-emotivo fatto di melanconia urlata, tutta loro, e gioiosa passione da pizzica.
Sulle chianche illuminate da luce calda anche di candele hanno suonato musica marsigliese e occitana e poi…non s’è capito più niente!
Pizziche, danze gioiosissime, tarantelle; un santu lazzuru cantato con voce baritona da un musicista salentino con sangue zingaro e adorata moglie laureata in filosofia. Accanto a lui la voce del prezioso amico Dario che altrettanto potente con saette dalla pancia alla gola t’attraversa il corpo.
A vederlo in un teatro uno spettacolo del genere non avrebbe prezzo!
C’era, emozionato, un amico di Manduria che vede gli esseri invisibili; pure quelli che non gli piacciono. In auto un libro sul rinascimento nella sua città e uno sul gusto delle pietanze ai tempi del medioevo. Regali.
Una donna con le gambe che han deciso di crescere in misura diversa (anatomia anarchica) è venuta a sorridere per noi; con noi.
Un’altra, arrivata dalle terre di bari, mi osservava premurosa mentre danzavamo e mi ripeteva “piano piano, piano piano, balla lentamente, preoccupata per il mio corpo particolarmente fragile a causa di un piccolo intervento del giorno prima (ma ieri sera ero lì perché conosco bene il potere della iatromusica. E la guarigione sostenuta dagli abbracci degli amici!)
Una sorella di tammurriate distribuiva panini imbottiti e vino. Circolavano tarallucci.
Un tecnico di agricoltura biologica, di quelli trascorrono il tempo libero a contenere le conseguenze dei misfatti altrui, gironzolava con appesa la mia borsetta. Tenero
Francescafatina dal corpo leggero e le braccia alzate a toccare dio, mi ha dato bacini sulla punta del naso. Ne voglio ancora!
Un giovane mi ha invitato a ballare e mentre volteggiavamo in un tenero corteggiamento mi confidava con leggerezza che l’esserci, oramai due anni fa, un momento di festa che avevo organizzato in una bellissima e accogliente masseria fortificata, era stato per lui un binario di benessere che lo aveva aiutato ad uscire, decisamente, da un tunnel di malessere in cui s’era impantanato!
“Tutte quelle persone diceva- che non si conoscevano e però facevano amicizia, si abbracciavano, ballavano. Sono stato bene! E’ stato troppo bello!
Non si dicono senza preavviso certe cose così belle! Io mi emoziono!
La mamma che aveva commissionato la serenata alla sua figliola mi ha riconosciuta, abbracciata forte, ci ha rapiti tutti in casa sua a offrirci sciampagna e caffè: in pochi minuti una folla umana aveva sommerso il tavolo della piccolissima cucina: chi suonava, chi ballava, chi accompagnava col fantastico suono di due cucchiai, chi riprendeva. Chi guardava e godeva!
Per la via fino all’auto Dario trascinava col suono dell’organetto tre donne di tre età diverse. Tutte e tre con cicatrici al petto, odore di amore sulle braccia e puntini di luce sulla fronte
eh l’ho sempre detto che sei brava a scrivere e a de-scrivere.
che precio!!!!!!!!!!!!!!!
certo che ricordo il vicoletto le nacchere la notte ecc..
ma non sapevo quella sera della cripta!!!
baci vado a lavorare
Pat
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mi rassicuri! non pensavo di avere scritto in modo…come dire… decente ma solo di aver descritto! Seppure col cuore.
La cripta l’hanno aperta dopo. Non potevamo sapere.
Buon lavoro Grande Ragazza!
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bello farsi coinvolgere…dalla musica e da chi a lei si abbandona.
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🙂 con delicatezza però…
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si
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hai fatto bene a ingrandire le foto!!
quella in testa al blog, PAbloz mi ha insegnato che deve essere 800 di grandezza se no non è a posto, dovresti ingrandirla, in certi pc si vede male..
PAttechno
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quella dei licheni? no! dovrò di nuovo incapugliarmi con i photoshop!!!!
voglio il calamaio! e un pennello!! non li voglio i bytes!!!
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photoshop!!!!
Gimp!!! e’ meglio, software libero! 🙂
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…anche se concordo con pennelloEcalamaio.
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umphhhh!! Io sarò anche psico…qualcosa e il mio lavoro forse lo faccio anche bene. Saprò anche ballare e suonare pizziche e tarantelle…MA!… ho reticenze quasi invalicabili con software e affini…! comunque, non rifiuto a priori la sfida informatica!
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cosa ne pensi se domani ingrandisco anche la “tua”??? posso? …dico domani perchè ora sto andando all’ultima serata dei canti di passione…stasera li faranno anche in piazza.
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Alzavo le mani a cercare dio, si. E tu come lo sapevi?
Belle foto, belle parole,
belle cose
belle cose
ti bacio piano
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…ed io come lo sapevo…?
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non mi piace fare le cose a metà, o di fretta
per questo – un po’ mi dispiace dirlo – non avevo mai letto i tuoi post: perché sapevo che avrei avuto bisogno di un buon tempo, per farlo – di serenità, e continuità
e che non sarebbe stato giusto avvicinarsi a qualcuno di corsa
è come aprire un nuovo fronte, no? una nuova porta, una nuova strada, buttare giù una diga
oggi, quindi, inauguro la “lettura di te”
mi prendo qualche giorno, ma ti farò sapere…
besos!
pablito
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questa mattina allora è un buon nuovo giorno per me!
attenderò tuoi appunti 🙂 e mi farà piacere vedere qual’è il tipo di filo comunicativo che preferisci dei miei, perché so di scrivere con “prospettive” diverse, a seconda del post e del blog.
Un abbraccio!
A.
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E ci me pijia lu santu?
Viaggio, transe, delirio. No. PACE.
Perchè quando ballo so dove sto.
Sento chi sono e cosa e chi voglio.
Anto mia si prescia.
Nella sanità e santità della musica ognuno ha un suo posto.
E se questa non è pace!
Bacio il Drago e la Striara
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sorrido,
semplicemente.
(dopo alcuni dettagli in lettura)
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