(per la versione “allegra” del viaggio rimando ai post di Vittoria in iosonounfiore.blogs.it)
Praga dall’alto mette buonumore.
Trovarsi dopo poche ore a camminare nel suo centro, la sera, molto tardi, mi farà sentire a casa.
Si scardinano pregiudizi quando applichiamo la volontà di esplorare nuovi luoghi.
L’aereo atterra dolce dopo una lunga virata panoramica su quartieri e casette con giardino che hanno fatto da modello ideale per l’inventore delle Lego (ho deciso che dev’essere stato così!).
È il paesaggio urbano di una comunità che ha costruito, secolo dopo secolo, il proprio spazio vitale nel mezzo di un bosco; senza mai dimenticarsene.
Le costruzioni sono basse; le distanze tra gli edifici permettono di respirare; i colori sono chiari, puntellati da costruzioni di pietra scura uscite sicuramente da racconti di fate.
Fair tells. In the air.
Aeroporto, bus, metro. Cena in un bio-bar aspettando la nuova amica salentina (che vive e lavora a Praga) che dopo ci condurrà paziente nella speciale esplorazione della sicura Praga by night.
Percorriamo distanze ampie colmate con semplicità dall’efficienza dei mezzi pubblici. Il traffico è leggero. Le persone molto delicate: ti passano lievi accanto. Peccato che ne percepiamo la lieve mestizia, o tristezza, non so bene. Interiorità interessanti che, forse, non riescono più a decidere dove cercare il senso del proprio cammino: se guardando avanti o volgendo un po’ il capo indietro.
È una questione di storia.
Le pietre dei muri e delle vie odorano però di cultura solida.
Nella metro una discreta coppia di anziani sorride con tenerezza alla vista di me e Vittoria che piombiamo trafelate nel vagone invase dai nostri stessi bagagli.
Un ragazzo che si muove come un grillo, il ciuffo lungo liscio e nero che gli copre mezza faccia, apparso sotto la pensilina ad una fermata di bus, ci saluta in perfetto babilonia style (accorpamenti e distorsioni personali di parole in italiano, ceco, spagnolo, inglese e qualcos’altro) sostenendo che è contento di sapere che siamo italiane (chissà perché!) e che la lingua più bella del mondo è il russo! Poi scompare in un bus aggrappandosi lesto alla barra centrale che passa sotto il tetto del mezzo. A quel punto decido che è una scimmia non più un grillo!
In Italia avrei pensato, in malafede: ‘sto ragazzo si fa di coca o consimili”. Non è così. E qui è l’alcool la sostanza preferita per rimandare in un tempo, e forse in un luogo, indefinito le pesanti interrogazioni sul senso della vita. In una sola lunga sera ho visto tante persone carine dal comportamento gentile, anche nei diversi tentativi di approccio (do you want like to drinks with me?), essere pesantemente ubriache.
Mi piace questo popolo. Tiene gli spazi lindi, non è aggressivo nei movimenti, in genere ci tiene a mangiar bene (a parte l’abuso di sostanze dolci, l’uso di verdure e ortaggi freschi è una costante, anche in treno).
Mi immagino il loro sconcerto nelle nostre rumorose e caotiche città.
La cena è una meravigliosa zuppa con funghi accompagnata da un sandwich con uovo e formaggio, un po’ di birra e un tè verde ai fermenti. Una delizia biologica a buon prezzo.
Silenziose lezioni di benessere.
Dopo una piacevole doccia seguita da una miracolosa tisana nella bella casa antica di Anna, ci viviamo una lunga e serena passeggiata a piedi nella Praga notturna. È il mondo di Sissi. Quello proprio
Una serie di viuzze lastricate di ciottoli immettono sovente in ampie piazze, fino ad arrivare al bel ponte sul fiume Moldava; lo attraversiamo tutto, è un incanto e poi andiamo sotto, sull’isola delle lavandaie dove ruotano ancora le pale di due antichi mulini ad acqua; tigli e querce secolari conservano pacatamente storie.
Con la piacevole consapevole che non tutte le città, quindi, si sono piegate all’abbru(t)timento del modello occidentale fatto di puzze, rumori, insofferenze, io e Vittoria prendiamo posto nei lettini di un ostello, accolte in piena notte dal paziente saluto di una delicata ragazza sudafricana compagna di stanza per una notte.
L’indomani colazione in un bar che è anche book-shop e un po’ di altre piacevoli cose.
Un menù un po’ francese per me; uno abbastanza americano per Vittoria. Tutto sempre ottimo.
Ce ne avanza per il pranzo in treno!
Inizia il lungo viaggio verso Ostrava.
All’arrivo in stazione ci aspetta Petra, la referente del progetto, e un auto…ma solo per i nostri bagagli pesanti!
A noi tocca prima il viaggio in pulman con un mezzo che, come dire, sembra improbabile si muova ancora;
eppure ci porterà su, fino a che sarà possibile, a parte un’improvvisa sosta in salita in cui vediamo l’autista fermare all’improvviso il mezzo, afferrare un paio di guanti (che abbiamo all’istante compreso essere sempre lì a disposizione sul cruscotto!), piazzarsi sotto il motore a riparare velocemente qualcosa, e risalire indifferente rimettendo lesto la prima.
L’istantaneo risultato è stato che una ventina di persone provenienti da Italia, Turchia, Romania, Francia (pardon: Paris! ), Finlandia, Spagna, Portogallo, Georgia e Repubblica Ceca, fino a quel momento abbastanza sonnacchiose (tutte provate dai rispettivi lun
ghi viaggi) sono rimaste per il resto del viaggio verso il rifugio: sveglie, silenziose e …vigili! 😉
bentornata Antonella. Torno a commentarti con calma.
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Grazie dolce fanciulla!
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Bentornata a casa. Grazie per tutto quello che ci racconti e racconterai. Come intorno al camino zitti zitti ad ascoltarti.
MG
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Hei cara! Ci sei! Ben ritrovata a te! Di cuore.
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Perplime, disarma e fa un po’ tenerezza quella piantina artificiale nell’ angolo del pullman torpedone… 🙂
tutta Vita. altre belle foto nella mente…un album personale che ognuno sfoglia tra se’ e se’.
ciao
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sorrido…
hai centrato le emozioni che accompagnano quelle foto…
ben ritrovato! mancavi.
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grazie.
“mancavo”…no…mi concedo in pillole! 🙂 o perle…CON LE VOCALI GIUSTE !
volevamo stupirla con effetti speciali …
e stu-pirla e’ arrivato! 🙂
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ah ah!!! bella battuta! 🙂 🙂
mannaggia a te! 🙂
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ti spiego TENEREZZA se vuoi…dal latino TENERUM…non a caso la stessa radice di TEN-DERE…ossia distendere, appiattire…sottile, malleabile ..come una sfoglia di pasta appena lisciata…accarezzata…delicata, in tutta la sua SEMPLICITA’. Non so…mi ha molto colpito l’ autista di questo pullman, ma anche la “fotografa”-reporter che ha dato attenzione e quindi importanza e infine una DEFINIZIONE a quello che era un umile vezzo, un orpello fuori luogo…
si poteva depauperarlo ancor piu’ ignorandolo, ma invece gli hai conferito un senso…
per me e’ la foto piu’ bella.
Di monumenti e chiese il web ne ha a profusione… un occhio attento e arricchente e’ un qualcosa che va oltre il reportage.
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Già. E’ quello che in effetti a me interessa fare, perlomeno ci provo.
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la fortuna aiuta gli audaci 😉
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si si vedo vedo …le forchette le usano pure a Praga!…sembra che si mangi pure a Praga. Come si mangia a Praga?
…mi sa meglio in Italia…
ciao Antonella
Tonio
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Guarda, in Praga città ho mangiato benissimo cibi vegetariani con verdure e frutta freschissimi, che nei locali italiani non è semplice trovare, a meno che non ti vendi il bracciale d’oro!
In montagna gli ingredienti erano pure freschi ma l’abbondanza di salse alla cipolla, di aglio, di dolci con panna e marmellate m’ha sconvolto! E per i non vegetariani…i wurstel con la senape a colazione! Mado’!!!
E poi, è stato bello vedere nelle lunghe ore in treno ragazzi e famiglie che pranzavano con sandwich a base di abbondanti verdure fresche e formaggio. In Italia trovi ormamai soltanto roba con salumi o tonno.
Ciao Tonio!
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ma la disgusti proprio la carne o e’ solo una questione di principio?
A volte pure a me verrebbe da pensare di fare a meno di carne..ma se vivo con dei carnivori che faccio! 🙂
Comunque neanche a me piacciono troppo l’eccesso di condimenti salse creme ecc….meju na friseddra!
ciao (leggera comunque l’insalta…ah, dici…si compensa col formaggio il pane la pasta ..li ciciri e pasuli..)ciao Antonella, notte… 🙂
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Meju ‘na friseddha! Ca certu!!! 🙂
Sulla carne (e quindi anche i salumi) e il pesce il discorso è lungo…
‘notte a te, blogger salentino dal volto ancora sconosciuto!
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finalmente leggo con calma questa prima parte, nel cuore della notte. Le foto sono straordinarie. Parlano, incalzano il testo a volte. Vivere il viaggio. So di cosa parli. Per questo leggo avidamente. Resto ancora un pò
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The travel is LIFE! 😉
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t’hai riposata?
sulla questione video provo a fare una schedina che possa valere per tutti, magari sia io che tu e zabrinsky possiamo pian piano farle per il nostro archivio per poi donare spiegazione ai neofiti…
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riposata non proprio..nè in viaggio, come t’ho detto, nè in questi giorni che sto lavorando.. oltre che un po’ suonando e ballicchiando.
grazie per la scheda tecnica. sostegno alle ignoranze! 🙂
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che belloooooooooooooooooooooooooo
guarda la antooooooooooooooooooooo
guarda la vittoriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
i brodiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
battomani
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hai ragione: eran proprio brodini, altro che zuppe! 😦 Però a me piacevano…è che non saziavano…
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trasmetti sempre un energia così particolare.
in questo caso la risonanza è maggiore..
Praga la adoro,la sento mia in un modo particolare.
e ci sono momenti che ho ripercorso insieme al tuo racconto.
grazie anto,
un abbraccio
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Bello questo tuo commento. Grazie a te per avermi resa partecipe di questi tuoi pensieri.
Ricambio con gioia l’abbraccio!
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