Catene e forme fantasmi


artigli
Deliziosi gli uccellini nelle gabbie colorate. Sentimenti delicati, per chi chiude la porticina.
trappolecelle
Libertà sottolineata. Riconoscimento della possibilità dell’inganno.
Il colore dell’una si fa opaco nella forma dell’altro.
Metafora atemporale e assolutamente non generalistica!
Vivono certi animi “che non tollerano vincoli: o periscono
o distruggono ciò che li limita”.
Esistono animi anche, che un attimo appena prima di perire
aprono furiosamente le ali e rivelano gli artigli
pronti a lacerare ingiustizie, se necessario.

Non hanno voglia di uccidere. Ciononostante una sola mano
del carceriere si fa cadavere, lebbra secca, forma di manette,
che impedirà per sempre vita intera.
Le chiavi delle celle camuffate da promesse di luminosi castelli
e piume d’oca per letto
sono alla cintola della mediocrità.
Tutto sommato; sempre.
Le meschine ombre ingannano la libertà delle piume e della gola
e barano sulla loro forma e grandezza. Una beffa.
Ma disvelabile!
oltre
In qualunque attimo o interstizio di passaggio tra un momento
e l’altro, densi di neritudine, si infiltra
quasi impercettibile il raggio-chiavistello.
vola
Promessa di respons-abilità.

 

13 pensieri su “Catene e forme fantasmi

  1. bello, striara mia!
    oggi non mi hai calcolato proprio… 😦
    il ripetere dell’esperienze in un’altra dimensione è una responsabilità enorme.Un lavoro socialmente utile.Nel senso migliore del termine.
    Mi manchi…ma il 24 è vicino….
    ti abbraccico con tanto ammore
    la fraffatina

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    1. interessante la forma italianizzata del concetto precipuamente salentino di “carculare”!!! 🙂 dall’emotività ai numeri! bellissimo.
      si hai ragione: ri-legare fili e pensieri tra porticine socchiuse è un lavoro socialmente utile; quindi, come tutti i lavori socialmente utili: invisibile per gli altri e scomodo per chi lo fa…

      il 24 e pure il 26! …solo che, mi sa, il 24 dovrò portarmi dietro un pezzetto di radice di ginseng… hoimmè (ulteriore concetto precipuamente salentino)!

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    2. leggi questo post tornando ai monti di calabria. luoghi di ombre lunghe e dure a morire, ma quando albeggia e la tenacia ci ha fatto restare in piedi lungo il bordo del sentiero, quante meraviglie ci si rivelano: i profumi e le sensazioni tattili e le tante luci, sono specchio di noi…
      solo chi non è scappato durante la notte può vedere le ombre che scompaiono. e alla prossima calata del sole scoprirà di avere per sempre il potere di chi conosce i limiti della notte!

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  2. Bella la penultima foto. Un orizzonte dalla linea perfetta dove si congiungono mare e cielo, che si vede dallo spazio delimitato della finestra, poi un altro orizzonte materializzato dal ritaglio irregolare del muro in rovina al di sopra. Una visione di un mondo perfetto inafferrabile che contrasta con il nostro imperfettissimo che ci consente solo di aggrapparci ad un futuro, a un orizzonte devastato dalle vicissitudini del presente. Ci piacerebbe raggiungere quel mondo perfetto, però sta irremediabilmente rinchiuso in quello scrigno. Chissà cosa ci può succedere se saltiamo da questa finestra nello scopo di ghermire in un gesto di disperazione questa perfezione?

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    1. stamane attraversando campagne per andare al Centro di Esperienza che dirigo a Veglie (45 min di car-meditation in andata e altrettanti al ritorno ogni volta) anche io ho pensato che ho un grande bisogno di concedermi un pianto lungo, intenso, …tanto, per tanto.
      Anche io voglio riuscirci, e lo farò. Ti capisco, cara.
      Ti saluto con una carezza sui capelli…

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