Archetipi.

Azzate San Giovanni e nu durmire

ca sta visciu tre triste negghie vinire:

una te acqua

una te jentu

una te triste malitiempu.

 Azzate, ca te mandamu ‘ntra nu postu scuru

a ddu nun c’è acqua chiara

a ddu nun c’è luna

a ddu nun c’è nuggia creatura!

 

Alzati San Giovanni e non dormire

che vedo tre cupe “nuvole” arrivare:

una di acqua

una di vento

una di cattivo tempo.

Alzati, che ti mandiamo in un posto oscuro

(per portarvi le tre cupe nuvole)

dove non c’è acqua “chiara”

dove non c’è (luce di) luna

dove non vi abita nessuna creatura (viva)!

 cupofuori

“San Giovanni apostolo, 27 dicembre: secondo la tradizione esoterica Giovanni avrebbe ricevuto un insegnamento segreto da Gesù e lo avrebbe a sua volta trasmesso ad una Chiesa invisibile. Accanto ad una Chiesa di Pietro essoterica ed esteriore esiste invisibile e sotterranea una Chiesa di Giovanni, una chiesa interiore.

Pare che Giovanni abbia affidato i suoi insegnamenti a Maria Maddalena prima che questa partisse per la Francia. Una volta lì avrebbe ritrasmesso gli insegnamenti segreti di Giovanni solo ed esclusivamente in linea femminile.


Nel ‘900 la psicoanalisi, nuova scienza dell’inconscio, si è occupata della figura enigmatica di Giovanni e dei testi giovannei contenenti una ricchezza di simboli che non ha uguali. Tra gli psicoanalisti intervenuti in questa riflessione bimillenaria sulla figura di Giovanni ci sono Carl Gustav Jung e una psicoanalista anch’essa di formazione junghiana, Silvia Montefoschi .

L’animale di San Giovanni è l’AQUILA: nel Dizionario dei Simboli Junghiano c’è tantissimo! Di Bene e di Male.

Mi colpisce un’assonanza: nella preghiera, la richiesta è

“Azzate, ca te mandamu ‘ntra nu postu scuru

a ddu nun c’è acqua chiara

a ddu nun c’è luna

a ddu nun c’è nuggia creatura”

e nel Dizionario c’è scritto ”… il suo carattere di uccello da preda che rapisce le vittime nei suoi artigli per portarli in luoghi donde non possono fuggire ne fa anche il simbolo di una volontà di potenza inflessibile e divorante”.

San Giovanni battista, 24 giugno: pare che nel Salento, intorno al 24, si scatenino sempre tempeste e “tristetiempu”.

Un inno in suo onore diede a Guido D’Arezzo spunto per i nomi delle note musicali: Re mi fa Sol La Si, ed è quindi patrono, anche, dei cantori”.

 (liberamente estratto da wikipedia)

 Amore

Interiorità; femminilità; tempeste; luoghi di altrove; canti.

La preghiera è cantata nel Salento in forma di pizzica.

Io la recito, sempre con il timore di dissacrare spazi intoccabili, prima di iniziare una festa in cui il mio gruppo suona e io con loro. 

Dentro di me, se l’ambiente non mi convince; o a tutti se sento che c’è capacità d’ascolto.

La ritengo un mantra.

10 pensieri su “Archetipi.

  1. ma queste mani che si levano come preghiera,
    le braccia che accoglievano le pizzicate stanche
    poi accompagnando danze d’amore
    I nostri pizzichi chi li accoglie?
    Quanto scavarono codeste mani?
    quante volte si lavarono di lacrime?
    quanto ora raccolgono fra la musica e gli occhi
    l’amore donato senza chiedere perchè!

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    1. I nostri pizzichi mi sembra piacciano agli esseri invisibili: si divertono e approvano.
      Le mani scaveranno e si laveranno ancora di lacrime. C’e’ la vie!
      Ma il tempo scorre anche accumulando le esperienze di risate e sorrisi dolci.
      Con la possibilità di imparare a prendere e a dare, senza tanti perché.

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      1. Appena torni la sentirai dal vivo! non so se li’ riesci a trovare il cd delle Anime Bianche “Vibrazioni popolari”. Il brano in questo caso e’ stato chiamato Canto di Cristina ed e’ una delle tante versioni che circolano; ma anche qui è recitato. Bellissimo!
        Se trovo qualcosa registrato in musica te lo dico altrimenti o vieni tu o auspichiamo che ci chiamino per un concertino dalle tue parti!! 🙂 Chissà!

        Ti volevo dire: il tuo commento mi ha commossa. Non avrei mai pensato a… tanto…

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      1. argh! Antonellascreti ti sei fatta proooooooooooo!!!
        Inchino e fuggo sui tetti.

        P.s. sei pure riuscita a capire prima di me (io ancora non ho mica capito) come si scrivono i post in quel bellissimo carattere, insegnami Antonellascreti pro!

        luisa 4enne

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      2. cara, se non sei ancora andata ad annusare il mondo sui tetti, magari su quelli con gli imbrici, leggerai la mia risposta e ti cadrà subito un mito! 🙂
        Ricordi che io ho la GRANDISSIMA fortuna di avere una madrina di blog? La quale è persona seria, severa e ligia agli impegni, soprattutto di tipo etico?
        Bene. E’ lei la fautrice di tutto cio’.
        Al bellissimo carattere mi ci ero avvicinata, dietro sue indicazioni, ma stavo ancora pasticciando fino a che non è giunta lei!
        Il pro è un suo regalo… rituale intrecciato a 100 cose belle che ci stiamo impegnando a coltivare.

        Non dimenticar che t’aspetto!!! Appena puoi, fammi sapere quando.

        p.s. se resti su un tetto e fai fatica a scendere, miagola che ti vengo a salvare e ti porto a scaldarti vicino al fuoco che nonostante la mia vita zingaresca riesco ad accendere quasi ogni giorno!!

        Buona giornata simpatica signorina 🙂 …che sono belle le bimbe di quattro anni…

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  2. La prima foto è un mio mondo.

    E credo di aver sostato lì qualche anno fa, sì proprio lì.

    Mi sono indebolito all’altezza delle reni leggendoti qui ed ora. Bisogna che un giorno mi prendi per mano.

    ciao Antonella riccioli di rame

    Jörg

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    1. …prendere per mano…
      sono incapace di rispondere…cosi’.
      Ma, in altro modo, rispondo. Oggi.

      In quella foto c’e’ “il” mio luogo magico. Il capo dei miei luoghi magici in Salento.
      Se sopravvivi li’ ai pomeriggi d’estate; se di notte, in inverno, scorre nel cielo la tua stella cometa; se vai fuori sentiero (che e’ per capre, non crediamo!) sulle rocce, e ramarri e ragni, coloratissimi, t’osservano e nessuno scappa, ne’ loro ne’ tu; se ti bagni nelle sempre fredde acque e da li’ sorridi d’incanto ingenuo ai riverberi sulle pareti rocciose al tramonto; allora puo’ accadere di vedere la porta e quello che c’e’ nel dentro fuori intorno a te. Il passato canta e sussurra; pure s’arrabbia. Ancora! Il presente e’ grazia ricevuta.
      Ciao Jörg.

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